Opera decisamente singolare di questo pittore, che qui si discosta dai suoi modi più intensamente drammatici, fedeli alla tradizione della pittura milanese primoseicentesca, per inserirsi nell’intenso scambio culturale tra la pittura genovese e la sua d’appartenenza, qui manifestando inaspettatamente interessi per l’arte di Giovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto, senza tuttavia aderire al vivace cromatismo delle sue opere, e quasi preannunciando certe implicazioni sociali dei futuri pittori lombardi della realtà. Camillo Manzitti