Queste raffigurazioni di teneri angioletti rappresentano un vero emblema dell’arte di Valerio Castello e della sua poetica intesa a sostituire l’ideale classico della bellezza con quello della grazia delicata e capricciosa. Da elementi decorativi quasi immancabili nelle composizioni del pittore a colmare spazi di contorno, essi finirono per divenire soggetti autonomi per arricchire in funzione di soprapporte la decorazione ambientale dei nobili palazzi genovesi. Se Valerio ne dipinse numerosi esemplari, in molteplici varianti, sul suo esempio altrettanto fecero i suoi allievi e seguaci, per soddisfare le richieste dovute alla diffusione di un gusto ormai generalizzato, tanto da divenire carattere inconfondibile del barocco genovese Camillo Manzitti