Nel filone dedicato alla povera realtà quotidiana delle frange di popolazione più miserevoli, cui il Magnasco inizia a dedicare le sue opere nei primi anni del secolo, rientra questa pittoresca composizione, che riunisce diversi gruppi di personaggi, soldati di ventura che giocano a carte, vagabondi e mendicanti, ciascuno ben caratterizzato nei propri attributi. Lo scenario fatiscente in cui essi si raccolgono, specchio efficacissimo della precarietà della loro difficile esistenza, è opera dello stesso Magnasco, che, rinunciando quando si tratta di interni alla consueta collaborazione del ruinista Spera, non disdegna di dipingerne personalmente i poveri muri sbreccati ed il terreno, costituito da vecchie e frammentate assi di legno grezzo, disseminandoli qua e là di armature ed armi d’ogni tipo. Si ringrazia Camillo Manzitti per l'attribuzione di quest'opera.