Come è stato dagli studiosi rilevato (Suida Manning, Salerno…) la figura della maga Circe, nelle complesse concezioni filosofiche che appassionavano il Castiglione, consentiva di creare “una pittura ad un tempo realistica ed ispirata alla filosofia dell’occulto”. Seguendo queste sue inclinazioni, il pittore dipinse ed incise all'acquaforte in varie differenti redazioni questo soggetto, a volte evidenziando il suo potere di tramutare gli uomini in animali, cantato da Omero, altre significando, con le armi abbandonate sul terreno, il medesimo annullamento delle attitudini guerriere degli uomini. Sono note, tra le altre, alcune versioni del soggetto recanti date 1652 e 1653, che vanno prese in considerazione anche per questa piccola versione, dove le ridotte dimensioni non impediscono al Castiglione di esibire la propria raffinata abilità nel dipingere tessuti damascati e luccicanti oggetti metallici.