E questa una tipica opera del pittore genovese Giovanni Andrea De Ferrari, riferibile intorno alla metà degli anni '30. Resosi ormai indipendente dai modi esuberanti e cromaticamente accesi assorbiti durante l'apprendistato presso Bernardo Strozzi, e decisamente orientato verso uno stile più delicato e rarefatto, it pittore trova negli impasti diafani e tenui di Van Dyck mezzi più congeniali per dare vita al dialogo pacato di sentimenti, legati alle istanze umane e morali di personaggi biblici in cerca di redenzione. In relazione con questo dipinto esiste nel Gabinetto di Disegni e Stampe di Palazzo Rosso, un disegno a matita e sanguigna, proveniente dalla collezione di Marcello Durazzo. L'attribuzione a Giovanni Andrea De Ferrari è stata confermata da Camillo Manzitti