La vita dell'artista messinese fu accompagnata da una notevole fama non solo nel campo delle arti pittoriche ma anche per quanto riguarda la sua attività e i suoi interessi di naturalista, letterato e filosofo. Nella produzione dello Scilla troviamo infatti una serie di dipinti dedicati ai filosofi dell'antichità, come ben testimonia la tela in oggetto che ritrae Epicuro. Raffigurato a mezzobusto come un uomo anziano, dalla barba canuta e avvolto in un pesante mantello, il filosofo greco è colto nell'atto di estrarre da un vaso istoriato un cartiglio su cui si intravede la scritta Respice finem, parte della frase latina Quidquid agis prudenter agas et respice finem, che significa: Qualunque cosa tu faccia, falla con prudenza e sta attento alle conseguenze.