Federico Bianchi, appresi i rudimenti del mestiere accanto a Ercole Procaccini il Giovane, si attirò ben presto gli elogi della critica coeva e soprattutto la stima dell'abate Lanzi che lo definì tra i migliori artisti lombardi del suo tempo. Ancorabile al catalogo della maturità , la tela suggerisce evidenti rimandi alle opere conservate presso il Castello Sforzesco di Milano con Mosé salvato dalle acque e la Rebecca al pozzo, convincendo pienamente delle qualità del bel pittore varesino, ancora in attesa di una riabilitazione critica definitiva.