Le fonti storico-artistiche attribuiscono la coppia di porte qui presentate all’intensissimo periodo di attività dell’architetto Juvarra presso il Regno Sabaudo, ove egli fu primo architetto di Corte, e in particolare al periodo che lo vide impegnato negli interventi di ristrutturazione che interessarono pressoché tutte le residenze regie, si urbane che di villeggiatura; tra queste anche la Venaria Reale, dalla quale le porte sembrano provenire.
L’esaltazione architettonica delle forme, orientata alla linearità e all'organizzazione spaziale in chiave monumentale, è un riferimento linguistico alla cultura architettonica romana, della città di Roma, dove Juvarra soggiornò e operò a lungo. A questo ben si concilia, nelle due porte qui presentate, il lessico francesizzante di cui la cultura sabauda era imbevuta e che Juvarra applica specialmente nelle decorazioni e nelle eleganti raffinatezze degli intagli. Oltre al virtuosismo dell’intaglio, nelle due porte conquista l’armonia dell’insieme, felicemente giocata su moduli lineari e sulla chiarezza di forme e di spazi.