L’opera qui presentata fa parte di una produzione tipica di casa Piola, e cioè quella dei cosiddetti dipinti "da stanza", destinati alla devozione privata dell'aristocrazia locale. La preferenza assegnata a Santa Rosa da parte dell’aristocrazia della Superba è attestata dalla presenza di altre due tele, realizzate da Piola intorno agli anni Settanta, per importanti quadrerie delle dimore genovesi, nelle quali viene replicato il medesimo modello della santa rivolta verso il Bambino utilizzato da Domenico anche per la carmelitana Teresa, già in collezione Balbi e oggi nella chiesa di San Quirico (Genova). Da notare che, in questo caso, l'effigie della santa peruviana è corredata da aureola, di cui risulta ancora priva nella pala di Santa Maria di Castello, indizio che colloca l’opera di Piola a una data successiva alla canonizzazione della terziaria avvenuta nel 1672.