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L'Ultima Cena e la Cattura di Cristo nel Getsemani

€ 15.000,00 / 20.000,00
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L'Ultima Cena e la Cattura di Cristo nel Getsemani

tempera su tavola a fondo oro e pastiglia
Largh. 120 - Alt. 88 Cm
scomparto di un polittico
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Expertise Aldo Bertini, 10 VII 1959 (“opera indubbia di un Maestro catalano del primo quarto del secolo XV”; affine per stile a Ramon de Mur e a Juan Mates) Expertise Prof. Mauro Natale, 2 III 2022
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"Questo dipinto è stato eseguito su cinque tavole di ineguale altezza giunte orizzontalmente, consolidate sul retro da quattro traverse verticali applicate tramite viti in tempi relativamente recenti. Questo consolidamento invasivo e improprio ha provocato alcune fratture del supporto che si sono ripercosse sulla superficie dipinta. Antiche cadute di colore lungo le linee di congiunzione delle tavole sono state mascherate in passato con stuccature e con estese ridipinture che alterano la qualità figurativa del dipinto e ne rendono difficile la decifrazione stilistica. Nonostante questa situazione compromessa, l’opera conserva parte dell’antica cornice polilobata e, intatta, la bella doratura del fondo decorata a fiorami incisi a punzone.

Nel primo dei due scomparti è raffigurata l’Ultima Cena in cui, a causa delle dimensioni ridotte dello spazio, compare solo una parte degli Apostoli: davanti a Cristo, coricato sul tavolo su cui è stata consumata la cena, si riconosce san Giovanni Evangelista, e in primo piano, al di là della mensa, Giuda Iscariota che mostra la borsa con i denari del tradimento. Il secondo scomparto rappresenta l’Arresto di Cristo nel Getsemani con il bacio di Giuda e in primo piano l’apostolo Pietro che taglia l’orecchio di Malco, un servo del sommo sacerdote Caifa (Giovanni 18; 10-11). I due episodi dovevano fare parte in origine di una predella dedicata alla Passione di Cristo le cui ragguardevoli dimensioni corrispondono ad un tipo di arredo liturgico (“banco”) diffuso nei territori della Corona d’Aragona tra l’ultimo quarto del Trecento e la fine del secolo seguente (su questo tema: Judith Berg Sobré, Behind the Altar Table. The Development of the Painted Retable in Spain, 1350-1500, University of Missouri Press, Columbia 1989, pp. 75-132). Questo formato è stato adottato in modo particolare in alcuni grandi polittico eseguiti a Valencia intorno al 1400, come testimoniano, tra le altre, le tre Scene della vita di san Domenico di Guzman del Museo di Bellas Artes di Valencia (inv. 238; tavola 88 x 172 cm), unico elemento fino ad oggi conosciuto di un grande polittico attribuito a Pere Nicolau che ornava l’altare maggiore del convento dei Domenicani di Valencia (La memoria recobrada. Pintura valenciana recuperada de los siglos XIV-XVI, catalogo della mostra a cura di F.Benito Doménech, J.Gómez Frechina (Valencia, Museo de Bellas Artes, 27 X 2005-8 I 2006), Valencia 2005, pp. 56-63, cat. 14; Carme Llanes Domingo, L’obrador de Pere Nicolau. L’estil gòtic internacional a València (1390-1408), Publicacions de l’Universitat de València, Valencia 2014, p. 210 : mette in dubbio l’attribuzione a Pere Nicolau).

L’opportunità del richiamo dell’opera valenciana non è giustificata solo dalla analogia delle dimensioni, ma anche dalla presenza di simili dati tecnici e di stile. In entrambi i dipinti le aureole sono costituite da un grande disco dorato la cui circonferenza è delimitata da due cerchi paralleli all’interno dei quali è incisa a punzone una semplice perlinatura. Anche il rapporto proporzionale tra le dimensioni delle aureole e quelle delle teste sono quasi identici e ricorrono, contrariamente ai dipinti catalani, nella maggior parte delle opere prodotte nei territori valenciani intorno all’anno 1400 e poco dopo. Le analogie con le opere attribuite a Pere Nicolau si estendono ai dati dello stile, ricco di riferimenti al clima del gotico internazionale del quale Pere Nicolau fu uno dei più efficaci diffusori. Attestato nella città di Valencia dal 1390, l’artista (di origine catalana) appare, grazie alla ricca documentazione d’archivio riscoperta da Joan Aliaga Morell (Els Peris i la pintura valenciana medieval, Edicions Alfons en Magnànim, Valencia 1996) arricchita e riordinata da Carme Llanes Domingo (2014), il protagonista di numerose imprese pittoriche e il fondatore di una delle botteghe più attive e importanti a Valencia per volume delle committenze e eccellenza dello stile; egli intrattenne relazioni e collaborò con le personalità più note del momento, tra cui Marçal de Sas, Antoni Peris, il fiorentino Gherardo Starnina (documentato a Valencia tra il 1395 e il 1401) e Jaume Mateu, suo nipote. Nonostante la ricchezza documentaria relativa alla sua attività, la restituzione del corpus pittorico di Pere Nicolau è stata oggetto di varie ipotesi attributive, perché l’unica opera conservata che possa essere riferita con certezza all’artista e ai suoi stretti collaboratori è il Polittico dell’Incoronazione della Vergine, proveniente da Sarrió (1404, Valencia, Museo de Bellas Artes). Rispetto alla delicata ed evanescente eleganza di quel capolavoro, questo pannello mostra una semplificazione dell’impianto narrativo e una resa espressività rustica, quasi scontrosa, che suggeriscono una collocazione cronologica intorno al 1420-1430, e la restituzione ad un seguace del maestro non ancora identificato."

Ringraziamo il Prof. Mauro Natale per l’autorizzazione a utilizzare il suo studio sul dipinto
Live auction 750

Old Masters

wed 14 December 2022
Genoa
SINGLE SESSION 14/12/2022 Hours 15:00
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