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MILANO. GIAN GALEAZZO MARIA SFORZA - REGGENZA DI BONA DI SAVOIA, 1476-1480. Testone (o Grosso da 20 Soldi).

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MILANO. GIAN GALEAZZO MARIA SFORZA - REGGENZA DI BONA DI SAVOIA, 1476-1480. Testone (o Grosso da 20 Soldi).

(volto di Sant'Ambrogio) BONA 7 IO GZ M DVCES MELI VI Busto velato a d. della duchessa Bona di Savoia. R/ (volto di Sant'Ambrogio) SOLA FACTAS SOLVM DEVM SEQVOR La fenice ad ali spiegate sul rogo. Crippa 2/A var. CNI 11/13 e 15/16. RMM 6. MIR 218/1. Rarissimo. g. 9,63. Diam. mm. 28,36. Arg. Impercettibili graffi. BB/q.SPL
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Esemplare proveniente dall’asta P. & P. Santamaria, Roma 5 novembre 1924, Collezione Vaccari, lotto n. 407 (aggiudicata a 730 lire), e dall’asta Adolph Hess, Zurigo, 31 gennaio 1994, lotto 1128 e dall’asta Negrini, Milano 26 novembre 1998, lotto n. 1971 (illustrata nella copertina del catalogo e aggiudicata a 14.500.00 lire).
Quello di Bona di Savoia è uno dei primi ritratti femminili sulle monete italiane dai tempi dell’impero romano. Secondo la testimonianza di una cronaca piacentina dell’epoca, questo grosso da 20 soldi, insieme alla moneta in oro da due ducati che reca lo stesso ritratto di Bona con il figlio Gian Galeazzo Maria, sarebbe stato coniato nel 1479 (Saetti 2002, pp. 244-245).
Non si conosce il nome dell’artista che realizzò il conio; è tuttavia documentata in quegli anni l’attività per la zecca di Milano di artisti quali Ambrogio da Civate e Zanetto Bugatto e forse a uno di loro potrebbe essere attribuito anche questo ritratto di Bona (Crippa C. e S. 1998, p.127).
L’araba fenice raffigurata al rovescio di questo rarissimo testone di Gian Galeazzo Maria Sforza con la madre Bona di Savoia è simbolo di immortalità, poiché si credeva che questo uccello favoloso rinascesse dalle proprie ceneri.
Rimasta vedova del marito Galeazzo, assassinato il 26 dicembre 1476, la duchessa Bona assunse la tutela del figlio Gian Galeazzo, che non aveva ancora sette anni, e la reggenza dello Stato di Milano. Venne affiancata nel governo del Ducato da Cicco Simonetta, che era già stato fedele segretario di suo marito. La fortuna del Simonetta fu assai breve, minata dall’ostilità dei cognati di Bona che volevano impadronirsi del potere ed in particolare di Ludovico Maria detto il Moro. Nel settembre del 1480 Bona accettò un avvicinamento con il Moro e ciò causò non solo la fine del Simonetta, che fu presto arrestato e decapitato, ma anche della reggenza di Bona, che nel novembre dello stesso anno dovette rinunciare alla tutela del figlio e ritirarsi nel castello di Abbiategrasso. Ritornata nel 1495, dopo la prematura morte di Gian Galeazzo, in Francia, dove era cresciuta, Bona ottenne nel 1500 dal nipote Filiberto II duca di Savoia una tenuta a Fossano e qui risiedette fino alla sua morte, avvenuta il 17 novembre 1503.
Live auction 809

Numismatics | Renaissance - II

thu 25 May 2023
Milan
SINGLE SESSION 25/05/2023 Hours 16:00
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