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Un raro Presepe plastico rinascimentale Officina marchigiana (o Romagna?), fine ‘400 - inizio ‘500

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Description

Un raro Presepe plastico rinascimentale Officina marchigiana (o Romagna?), fine ‘400 - inizio ‘500

Maiolica a gran fuoco. Dimensioni: cm 59 x cm 38,5. Conservazione: restauri

Corredato da attestato di libera circolazione

Grande pannello rettangolare, includente una capsa centinata, delimitata da un tralcio vegetale che si sviluppa alla sommità in un grande trifoglio e in due ampie girali fogliate ai lati; all’interno della cavità, a basso ed alto rilievo, è modellato un “Presepe”, distribuito su due registri: in alto l’annuncio ai pastori e in basso la Natività (Fig. a). Il retro, lasciato grezzo, presenta una struttura con fori e doppia cavità per stabilizzare le fasi di lavorazione dell’opera, specie l’essicatura e la cottura (Fig. b). Dipinta in arancione, blu, giallo e verde.

L’opera originariamente proveniva dal convento di Ca’ Gallo a Misano Adriatico. In seguito è passata in raccolta privata a Pesaro (1944?), dove probabilmente fu notata da Gualberto Gennari che quindi la illustrò su “Faenza” nel 19581; in seguito, con la vendita di Christie’s a Roma del 12 giugno 1973, è transitata nella collezione di Pierluigi Lecchini di Città a Castello, e poi in una imprecisata collezione privata 2.
Con quest’opera ci troviamo di fronte ad una delle rare espressioni della piccola plastica maiolicata rinascimentale: rarità che fonda sia sulla modellazione plastica, realizzata a tutto tondo e a bassorilievo, sia sulla tipologia che esula dalla produzione vascolare delle botteghe ceramiche del tempo. Non solo, ma essa si distingue per la soluzione della capsa centinata racchiudente il “Presepe”, inglobata in un pannello rettangolare: soluzione che al momento la rende unica nel suo genere.
In merito a tale tipologia plastica della maiolica rinascimentale, Carmen Ravanelli Guidotti 3, scrive: “è opportuno ricordare che in linea generale la piccola scultura è piena espressione rinascimentale, prodotta e diffusa contemporaneamente da diversi centri ceramici attivi dalla fine del ‘400 e per buona parte del ‘500 in varie regioni italiane; campioni, sia maiolicati sia ingobbiati e graffiti, se ne conoscono, ad esempio, in Veneto, nelle Marche, in Toscana, in Umbria, nel Lazio, in Abruzzo ecc. In area settentrionale adriatica la piccola scultura, specie di soggetto sacro, si alimenta innanzitutto sulla tradizione plastica padana “fiammingheggiante”, qui espressa sia nella parte decorativa accessoria floreale (Fig. c) sia nella stilizzazione della plastica stessa, che, come ebbe già a scrivere Antonio Corbara, ubbidisce a sollecitazioni e tangenze stilistiche oltremontane, che si manifestano in miniaturizzazioni di opere monumentali, dietro l’impronta lasciata dai grandi plasticatori in terracotta attivi in area padana, imponendo a questo genere figulino un evidente taglio tardo-gotico. Anche Luigi Serra, pioniere degli studi di questo genere di opere, in merito ad una “Deposizione” del Duomo di Ancona, non solo riconosce anch’egli un “palese influsso fiammingo”, ma ipotizza in area marchigiana l’attività di un artista che “tende naturalmente, a velare i caratteri di scuola e di tendenza, tanto più se si tratta di un artista nomade”, che potrebbe avere lavorato anche in Romagna come ipotizzato recentemente da Claudio Paolinelli 4.
Inoltre, nella seconda metà del ‘400 la stessa cultura “fiammingheggiante”, che influenza i “Compianti”, manifesta una stretta vicinanza ai modi della piccola scultura lignea del nord Italia, specie certi Presepi lignei di officine lombarde 5: significativa apertura culturale che giudichiamo una vera novità per il background formativo della piccola scultura maiolicata che attende ancora una sistemazione sul piano dell’attribuzione ad un centro o ad una zona precise, anche se è indubbio che la sua concentrazione sia attestata in area alto adriatica, specie tra Romagna e Marche.

1 GENNARI 1958, pp. 56 e s.
2 PAOLINELLI 2014, p. 124.
3 RAVANELLI GUIDOTTI 2014, p. 39.
4 PAOLINELLI 2014, pp. 17-30.
5 RAVANELLI GUIDOTTI 2009, pp. 263-267, Figg. 4 a, b.

Bibliografia

1958
GENNARI G., Un presepio del ‘400 faentino a Pesaro, in “Faenza”, XLIV (1958), fasc. 3-4, pp. 56 e s.

2014
PAOLINELLI C., Opere in Mostra, nel catalogo della Mostra Lacrime di smalto, Senigallia 12 aprile- 31 agosto 2014, a cura di C. Paolinelli con la collaborazione di J. Raccanello, Ostra Vetere 2014, p. 124 (riprod.).

2009
RAVANELLLI GUIDOTTI C., Ceramica a Faenza dal tardo gotico al primo Cinquecento, nel vol. Il Rinascimento, vol. III Storia delle arti figurative a Faenza, a cura di A. Tambini, Faenza 2009, pp. 259- 271.

2014
RAVANELLI GUIDOTTI C., Contributo sulla piccola scultura rinascimentale a Faenza, nel catalogo della Mostra Lacrime di smalto, Senigallia 12 aprile- 31 agosto 2014, a cura di C. Paolinelli con la collaborazione di J. Raccanello, Ostra Vetere 2014, pp. 39 - 50.
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